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Il pensiero ora
CRITICA ALLA RAGION PURA SEMPRE CRITICA ALLA RAGION PURA
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CRITICA ALLA RAGION PURA SEMPRE CRITICA ALLA RAGION PURA

SI parla poco, in merito al nesso tra la Filosofia contemporanea e la Storia della Filosofia.
C'e bisogno di nuovo pensiero attuale e futuro, o di pensiero puro e basta, senza tempo, senza, in sostanza il peso ontologico incessante dell'immediato? Ritengo l'immediato cosa fruibile senza tempo. Se io ora medito maieuticamente Socrate svolgo un compito immediato, piu' vero e immediato del caffe' di cui ho fruito qualche istante prima. In Socrate si compie la benevolenza escatologica di tutte le cose di cui io sono, e per cui io sono e saro', essendo sicuro di essere stato anche in altri luoghi al di fuori del pianeta.
La Filosofia e' materia senza il tempo, il tempo si concede alla Filosofia e soccombe alla Filosofia.
Il pensiero e' cosa diversa poiche' deve tradursi nel processo creativo avendo assorbito talvolta anche il lezzo inutile e immorale del contemporaneo.
Sapeva cio' un maestro del pensiero che era Immanuel Kant.
Egli spietatamente dalla sua finestra della camera da letto spegnendo la luce dopo avere chiuso la finestra con la stessa ritualita' e essersi assicurato alla sua fatidica corda temendo le sue fatidiche evacuazioni e non sprecando nulla nel corso della sua ultima esistenza del sua "miniera organica" si concedeva al suo dormire.
Dormiva lieto, a volte anche con incubi, dopo avere vagato nel suo stesso tragitto con gli amici stretti ammirati della sua Ragion Pura accompagnato dalla celebre ipocondria.
Che cosa comprese Kant della vita, del senso stesso della vita?
Nulla di diverso di quel che sapeva o avrebbe voluto sapere.
Ogni cosa che e', non puo' sfuggire al corrodersi dell'immediato dubbio, spietatamente critica, la ragione e' il carburante del cogito della piu' spietata analisi per cui siamo.
L'arbitrio piu' puro del cogito anche trascendentale.
Frui' di se stesso, osservando se stesso si nutrì di se stesso, in maniera abnorme rispetto alla Filosofia di allora, e stillo' i cardini del pensare, nei meandri universali del perche' siamo e saremo ancora.
Dinanzi a kant il mondo e' una sinfonia di ottoni e violini che esalano melodie all'orizzonte, in campi di meringhe del sapere universale sotto nuvole di manna dolce.
Lo sapeva anche dal cadimento umano alla fine dei suoi giorni quanto non poteva piu' muoversi tenuto alla sua poltrona.
Tuttavia Kant della sua critica comprese forse in maniera piu che esaustivache la ragione e' il punto del sonoro arbitrio, della pura liberta' conoscitiva in merito a tutte le cose di natura materiale come di tutte le cose legate espressamente
legate allo Spirito.
Roberto Garbarino
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