Roma, Musei di Villa Torlonia - Casino dei Principi - Via Nomentana, 70 dal 20/10/2020 al 17/01/2021
20 ottobre 2020 – 17 gennaio 2021 | Roma, Musei di Villa Torlonia - Casino dei Principi - Via Nomentana, 70
La mostra, a cura di Ludovico Pratesi, è dedicata al profilo e alla personalità di Bianca Attolico (1931-2020), collezionista d’arte con interessi molto ampi, che vanno dalla Scuola Romana alle ultime generazioni artistiche, scomparsa il 19 gennaio 2020. Sono circa sessanta opere della collezione, tra dipinti e sculture, che ripropongono l’atmosfera intima e domestica dell’appartamento della Attolico, punto di incontro del mondo dell’arte romano per più di trent’anni.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione La Quadriennale di Roma.
ELENCO OPERE
Fausto Pirandello, Grande Spiaggia (1961), olio su tavola
Virgilio Guidi, Natura morta (1922 ca.), olio su tavola,
Ferruccio Ferrazzi, Acqui. Vallata della Bormida (1926), olio su tela
Felice Casorati, Ragazza con libro, (1945 ca.), olio su cartone
Alberto Ziveri, Studio di figura femminile (1942 ca.), olio su cartone
Giorgio De Chirico, Paesaggio (1958 ca.), matita e acquarello su carta
Giorgio Morandi, La casetta con il portico e il cipresso (1924), acquaforte
Giorgio Morandi, Natura morta (1950), matita su carta
Mario Mafai, Veduta di Roma (1947), olio su tela
Alberto Ziveri, Posillipo (1955 ca.), olio su tela
Fausto Pirandello, Natura morta con le lische (1942), olio su tavola
Edita Broglio, Ritratto di Mario Broglio (1946 ca.), matita su carta
Giacomo Balla, Trasformazione forme spiriti n.6 (1918), tempera su cartoncino più cornice dipinta dall’artista
Mario Sironi, Studio per opera murale (1936 ca.), tempera e matita su carta
Enrico Prampolini, Figura nello spazio II (pittura solare) (1938) olio, tempera, cera su cartone
Mario Schifano, Plastica rosa (1965), smalto su tela
Pino Pascali, Senza titolo (1964 ca.) , smalto su lamiera
Giulio Turcato, Collage (1959 ca.), tecnica mista
Alberto Burri, Nero Cretto (1970), acrovinilico su cellotex
Piero Manzoni, Achrome (1961), peluche
Joseph Kosuth, Titled (Art as idea as idea) (Object), (1967), photostat
Fabio Mauri , Schermo rotto (1958-1989), cartoncino, grafite, gesso su legno
Enrico Castellani, Senza titolo (1975 ca.), tela estroflessa su telaio di legno
Jannis Kounellis, Senza titolo (1961), inchiostro super kenton su carta
Francesco Lo Savio, Progetto per metallo Curvilineo (1962), china, matita, collage su carta
Jannis Kounellis, Senza titolo (1967), inchiostro super kenton su tela
Gino De Dominicis, Opera viva che deforma il tempo (1990), tempera e acrilico su tavola
Pier Paolo Calzolari, Avid (1989) cuoio, sale, neon, impianto luce
Giulio Paolini , La Doublure (1972-1973), incisioni, matita, chiodi su tela preparata
Sol Lewitt, Untitled (1972), smalto su legno
Luigi Ontani, In GANGA BARCA (1975), foto su carta virata seppia e acquarello
Getulio Alviani,Superficie a testura vibratile (1975), alluminio fresato
Vincenzo Agnetti, Tautologia (1974), tempera su feltro
Mimmo Paladino, Senza titolo (1983), terracotta policroma
Domenico Bianchi, Senza titolo (1985 ca), cera su gesso su terracotta con supporto metallico
Bruno Ceccobelli, Cava-li –eri (1984), anta di legno, metallo, acrilico
Gianni Dessì, Nodo rosso (1983), olio, gesso colorato, tavola su tela
Nunzio, Specchio (1986), piombo su legno combusto, marmo
Charles Avery, Untitled (2002), smaltosuspecchio
Francesco Vezzoli, We are waiting for Veruschka (2001), stampa laser su tela, ricamo
Mario Airò, Apriti cielo (1998), plexiglas, metallo, pietra
Vanessa Beecroft, Senza titolo (1996), olio su tela
Alfredo Jaar, Gold in the Morning (1995), lightbox
Tracey Emin , It could have been Something (2001), china, grafite e ricamosu calico
Nicolas Lobo, Umakadenethwa(2004-2007), legno, nastro e camera d’aria
Wolfgang Tillmans, Orange & Salt (2002), c-print
IanTweedy, Plot #4 Viale Premuda, via Melloni Milano (2007), collage, matita, acquarello
Santiago Sierra, Una persona (2005), foto su forex
Regina JosèGalindo, Limpieza social (2006), stampa lambda su forex
GuyTillim, Ma Mai Militia in training (2002), stampa inkjet a pigment su carta cotone
JayHeikes, Civilian ( Resting ) (2008), stampa al platino palladio
Richard Long, Untitled (2003), fango del Tevere, acrilico, tempera su legno di cipresso
Thomas Ruff, m.d.p.n. (2003), stampa cronogenica a colori
SislejXhafa, Beh- Rang (2004), still da video, foto in bianco e nero
Elisabetta Benassi, Maria Callas in MarmageRumours (2011), acquarello e matita su carta
Grazia Toderi, “Firenze, stelle di terra “(Fortezza) (2000), still da video, cibachrome
William Kentridge, Apollo e Daphne (2016), carboncino su carta
Samuel Fosso, Autoportrait (SM19) (1977), stampa fotografica ai sali d’argento
La mostra La Signora dell’Arte è dedicata al profilo e alla personalità di Bianca Attolico (1931-2020), collezionista d’arte con interessi molto ampi, che vanno dalla Scuola Romana alle ultime generazioni, scomparsa di recente. L’esposizione riunisce 58 opere della collezione, divise in sezioni per ordine cronologico, e intende riproporre nell’allestimento l’atmosfera dell’appartamento romano dellaAttolico, punto di incontro del mondo dell’arte romano per più di trent’anni.
“Ho sempre vissuto accompagnata dalla mia collezione, fin dai primi quadri che ho scelto con mio padre” raccontava Bianca, appassionata frequentatrice del mondo dell’arte contemporanea, amica di artisti, galleristi, critici e direttori di musei, che impegnava in appassionate discussioni sugli argomenti che la vedevano coinvolta.
La sua collezione “domestica”, che attraversa un secolo di storia dell’arte, comincia con le opere dei maestri della prima metà del Ventesimo Secolo (de Chirico, Morandi, Sironi, Balla) accostate ai dipinti di alcuni protagonisti della Scuola Romana (Pirandello, Mafai, Ziveri, Ferrazzi), scelti insieme al padre Tommaso Lucherini, noto reumatologo, che iniziò a collezionare quadri durante la Seconda Guerra mondiale, seguendo l’attività di alcune gallerie, come la Galleria del Secolo.
A partire dagli anni Sessanta, Bianca comincia a frequentare gli studi di alcuni giovani artisti, come Jannis Kounellis e Pino Pascali, e acquista opere che si distaccano dalla pittura per abbracciare esperienze concettuali e poveriste.Entrano in collezione artisti come Piero Manzoni, Enrico Castellani, Joseph Kosuth, Gino De Dominicis, Pier Paolo Calzolari e Sol Lewitt.
Negli anni Ottanta, si appassiona agli artisti della Scuola di San Lorenzo come Nunzio, Domenico Bianchi, Gianni Dessì e Bruno Ceccobelli, per proseguire con la fotografia, che comincia a seguire intorno al Duemila, dopo essersi interessata al lavoro di Francesco Vezzoli. La Attolico si rivolge in un primo momento ad artisti come Wolfgang Tillmans, Alfredo Jaar o Thomas Ruff, ma il suo occhio è sempre più rivolto alle giovani generazioni. La collezione si apre al mondo con le opere di IanTweedy, William Kentridge, Regina Galindo, Santiago Sierra e Nicholas Llobo, e la collezionista si interessa all’arte africana, sudamericana, asiatica, senza barriere né pregiudizi. “Quello che cerco è l’impronta di una riflessione sul senso stesso dell’arte” spiega Bianca, che non smette mai di interrogarsi sul mondo che la circonda, con una insaziabile curiosità, che la accompagnerà tutta la vita. “Forse cerco ancora il quadro della mia vita, non cerco il possesso. E’ un processo infinito, quasi una rincorsa verso l’impossibile. E credo che questa sia la vera molla che muove l’animo del collezionista”.
La mostra è arricchita da una serie di fotografie di Bianca Attolico in compagnia degli artisti che ha frequentato e da un video con le testimonianze degli amici più cari.
La mostra La Signora dell’Arte è promossa dalla Fondazione Quadriennale in collaborazione con la Sovraintendenza Capitolina e curata dal critico Ludovico Pratesi, in accordo con gli eredi Lorenzo ed Elena Attolico. Si tiene presso il Casino dei Principi a Villa Torlonia, sede dell’Archivio della Scuola Romana, la corrente che costituisce il punto d’avvio della collezione di Bianca Attolico, che ha donato la sua biblioteca d’arte all’archivio della Quadriennale.
Bianca Attolico è stata la Signora dell’arte contemporanea italiana ed ha rappresentato un importante riferimento in questo mondo.
Suo padre, Tommaso Lucherini, medico, professore universitario, collezionista, la fa innamorare dell’arte sin da giovanissima.
Il professor Lucherini coltivava,infatti, la sua passione per l’arte sindalla seconda guerra mondiale, acquisendo oltre duecento opere, tra i cui autori figurano Carrà, Tosi, Rosai, Tozzi, Birolli, Manzù ede Chirico.
Bianca diventa così una delle più appassionate collezioniste d’arte contemporanea d’Italia.
Prima dei 30 anni, Bianca vola a Londra per poter essere più libera e, rientrata a Roma, conosce l’uomo che sposerà, Giuseppe,con cuiavrà due figli, Elena e Lorenzo, anche loro collezionisti.
Il suo modo di selezionare le opere, istintivo e razionale al tempo stesso, ha fatto sì che scegliesse sempre artisti che avessero emozioniforti da raccontare.
Nel corso degli anni,Bianca segue il presente avvicinandosi, tra gli altri, al gruppo di artisti rappresentato da Dessì, Ceccobelli, Gallo e Nunzio. Si avvicina inoltre alla fotografia,ampliando la sua collezione con artisti come Toderi, Beecroft, Cerone, Muniz e Sierra.
Il progetto che presenta la sua collezioneincarnala storia del Novecento, attraverso l’avanguardia e le ultime tendenze in un’incredibile selezione di arte dell’attuale e del passato secolo.
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